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Un legame profondo unisce la Fondazione Di Vagno ad Alessandro Leogrande. Alle persone, certo, che affettuosamente il giovane intellettuale tarantino ha frequentato nel corso delle diverse iniziative della Fondazione a cui ha collaborato negli anni; alla figura storica di Peppino Di Vagno, non a caso esplicitamente citato in Uomini e caporali per la sua orazione funebre per i morti di Marzagaglia del 1ยฐ luglio 1920. Ma, ci pare di poter dire, piรน di tutto a legare la Fondazione ad Alessandro รจ stata unโ€™idea robusta: quella che vuole che sia nella storia, nella memoria, della nostra terra, delle passioni e delle lotte delle donne e degli uomini che lโ€™hanno abitata, che debbano cercarsi le tracce per leggere e interpretare il presente.

รˆ questa la premessa della iniziativa che la Fondazione Di Vagno ha lanciato in questi giorni, la Scuola di reportage narrativo intitolata ad Alessandro Leogrande.

ยซAlessandro Leogrande aveva una seria e spiccata curiositร  per le storie delle persone, sia che fossero gli sfruttati delle terre di Puglia sia che fossero contrabbandieri, naufraghi o migranti, detenuti, dice Daniela Mazzucca, presidente della Fondazione Di Vagno, considerava la Fondazione un luogo capace di conservare e condividere un grande patrimonio storico e politico, materiale e immateriale. E la Fondazione ha visto in Alessandro Leogrande un giovane intellettuale, attento studioso della storia e dei popoli, capace sempre di attraversare i luoghi del conflitto e di recuperare, dalla tradizione politica, lโ€™essenza dellโ€™impegno sociale e culturale. Avevamo il dovere di non disperdere il grande patrimonio di generositร  e disponibilitร  di Alessandro e di ricambiare quanto ci aveva lasciato come esempio. Per questo abbiamo voluto fortemente questa Scuola di reportage narrativo: non una celebrazione del suo lavoro, ma la testimonianza di un metodo da trasferire a giovani giornalisti che continuino il suo lavoroยป.

ยซDefinire cosa siano lโ€™inchiesta o il reportage oggi รจ molto difficile, perchรฉ eterogenei sono gli approcci e i risultati. Alcuni li definiscono metagiornalismo, altri paraletteratura: insomma qualcosa che รจ sempre a lato, al di qua o al di lร  di qualche โ€œcorrente centraleโ€ che si รจ andata definendo nel corso del Novecento. Il fatto รจ che esiste una vasta terra di mezzo, allโ€™incrocio tra letteratura, sociologia, storia (storia del passato prossimo e storia del presente che si fa), antropologia, giornalismo (ma potremmo aggiungere anche urbanistica, ecologia, psicologia, medicina eccetera): รจ possibile praticarla, aggirarsi al suo interno, mescolando i generi, dilatandoli e rivoltandoli, facendoli reagire lโ€™un con lโ€™altro. Non tutti, ovviamente ci riescono. Ma alcuni esempi contemporanei โ€“ Kapuscinski, Aleksievic, Langewiesche e altri โ€“ spiegano al meglio, con le loro pagine, con la loro opera, quali livelli possano essere raggiuntiยป. Con queste parole Alessandro Leogrande introduceva il suo saggio sui Modelli e metodi nella pratica di inchiesta nel volume Le pratiche dellโ€™inchiesta sociale, curato da Stefano Laffi per le Edizioni dellโ€™Asino nel 2009.

Si tratta di un approccio alla scrittura che pesca stilemi e suggestioni da una ricca e articolata tradizione, magistralmente interpretata da Alessandro nei suoi lavori piรน conosciuti (il giร  citato Uomini e caporali, La frontiera, Il Naufragio). E in effetti le contaminazioni e le ibridazioni di forme letterarie e giornalistiche hanno sempre alimentano la vocazione narrativa di scrittori e giornalisti di tutto il mondo, e indicare con precisione dove finisce il lavoro dellโ€™uno e comincia quello dellโ€™altro appare davvero impresa ardua e difficile, forse inutile. Possiamo allora affermare che il reportage narrativo, per come lo intendeva Leogrande, รจ quella forma di racconto che, pur richiamando rigorosamente la realtร , trascende la cronaca dando alla scrittura un respiro piรน profondo, facendo dialogare lโ€™attualitร  con la storia, il presente con la memoria.

Negli ultimi quindici anni la Fondazione si รจ impegnata in attivitร  di ricerca storica e approfondimento culturale, prestando particolare attenzione al recupero della memoria della ricca tradizione democratica e socialista della Puglia, organizzando iniziative mirate ad approfondire temi dellโ€™attualitร  politica e culturale attinenti al pensiero riformista e alla cultura democratica. Ha realizzato studi e ricerche su problemi dellโ€™attualitร  socio-economica e socio-politica, sulla questione meridionale nella moderna prospettiva europea, sulle riforme istituzionali e il federalismo. Oggi la Fondazione gestisce una ricca Biblioteca, che conta oltre 20.000 volumi, e un Archivio storico in costante crescita.

Lโ€™idea di proporre una scuola di reportage narrativo nasce dalla volontร  di dare un contributo di continuitร  alla ricerca, allโ€™approccio metodologico, lavorativo, culturale e politico che ha animato il lavoro culturale di Alessandro Leogrande. La scuola รจ destinata prioritariamente a giovani under 35, la cui partecipazione sarร  completamente gratuita, perchรฉ chi sceglie di dedicarsi a questi temi possa arricchire il proprio bagaglio di competenze e conoscenze, interrogando la storia per indagare e descrivere il presente. Sarร  possibile partecipare alle attivitร  didattiche anche ad over 35 anni, in questo caso รจ prevista una quota quale contributo di partecipazione. Le attivitร  didattiche si articoleranno in sei moduli formativi ed esperienziali, con cadenza mensile, per una classe di 18 partecipanti, per questa prima edizione, da dicembre 2023 a marzo 2024. A dare il via alla scuola saranno il critico letterario Marino Sinibaldi e Giuliano Battiston direttore dellโ€™associazione di giornalisti indipendenti Lettera22. Inizieranno da quello che รจ stato il contributo di Alessandro Leogrande al mondo giornalistico e culturale, come prospettiva fondamentale per comprendere e attraversare le trasformazioni del presente.

Arricchiranno la scuola, tra gli altri, i contributi di Rai Radio3, del saggista Goffredo Fofi, del co-direttore di Q-code Mag Christian Elia, dellโ€™editrice Arlinda Dudaj e dellโ€™editore Luigi Politano.

La struttura dei diversi moduli รจ immaginata per permettere di sviluppare un percorso teorico-pratico allโ€™interno del quale coltivare gli strumenti del giornalismo narrativo su diversi ambiti di intervento.

La scuola si articolerร  in attivitร  in presenza e lavoro a distanza, da remoto. In particolare, si terranno 6 incontri residenziali con altrettanti autori-docenti, articolati in weekend, presso la Community Library della Fondazione Di Vagno I Granai del Sapere a Conversano.

La scuola si avvale del contributo e del patrocinio di diversi Enti e Organizzazioni: Regione Puglia, Dipartimento Turismo e Cultura, Universitร  di Bari, Dipartimento Scienze Politiche, Comuni associati.

Qui trovate il programma, il bando e le informazioni per lโ€™iscrizione che scade il 22 novembre.


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