L’orizzonte dell’umanità, quarta edizione di Lector in Scienza

È una eco che non si ferma quella della quarta edizione di Lector in Scienza, un Festival che per la prima volta ha coinvolto tre Comuni e che ha spostato l’orizzonte della Fondazione Di Vagno un po’ più in là così come a volte è successo negli scorsi anni. Turi, Conversano e Castellana Grotte sono state le tappe di un evento che ha coinvolto migliaia di persone in 25 appuntamenti che hanno scandito quattro giorni intensi di divulgazione scientifica fatta da professionisti e professioniste della materia. Il sapere e la tecnica nella società della conoscenza è il sottotitolo che in qualche maniera ha guidato tutti gli incontri, focalizzati alla ricerca de L’orizzonte dell’umanità, tema principale dei Granai del Sapere 2025.

Ad aprire la quarta edizione di Lector in Scienza è stata un affollato incontro con l’editorialista e scrittore Beppe Servegnini, intervistato dalla giornalista Maddalena Tulanti a Turi, nell’auditorium comunale. La conversazione ha preso vita attorno al libro Socrate, Agata e il futuro grazie al quale, parlando di futuro, si sono toccati temi come i social, i fallimenti, la salvezza e il futuro, la rete e le relazioni. «L’ironia è l’antiruggine dell’anima» ha detto Beppe Severgnini che ha parlato anche di rapporti con la famiglia e degli atteggiamenti nei confronti di un futuro che – soprattutto le giovani generazioni – vedono precario e fragile.

«Lo sviluppo economico di un territorio non può prescindere dal suo sviluppo culturale» ha dichiarato il sindaco di Turi, Giuseppe De Tomaso, concetto ribadito anche dai vertici della Fondazione Giuseppe Di Vagno: «La Fondazione Di Vagno continua ad aprirsi al territorio con una importante azione di contaminazione culturale – ha detto la presidente Daniela Mazzucca – l’abbiamo fatto negli anni scorsi con Lectorinfabula e quest’anno lo facciamo con Lector in Scienza. L’anteprima vissuta a Turi, cittadina a cui siamo molto legati per affinità, vista la permanenza in carcere di Sandro Pertini e Antonio Gramsci, è stata un successo in termini di contenuti e partecipazione, e ha confermato la correttezza della via intrapresa».

È stata una edizione straordinaria e partecipata che ha inteso sottolineare l’importanza dei luoghi della conoscenza, come scuola e università, dove si alimenta il dibattito e si esercita la democrazia, che ha voluto approfondire il nostro tempo precario non tralasciando prospettive e opportunità con ricercatori/trici, giornalisti, economisti/e, fisici, ingegneri, imprenditori/trici, rappresentanti delle istituzioni, scrittori/trici, biologi/ghe, psicoterapeute e docenti.

Grandi protagoniste del Festival, come sempre, sono state le scuole, pubblico negli incontri del mattino e attori principali del Premio Rossella Panarese, il premio intitolato all’ideatrice e curatrice di Radio3 Scienze, indirizzato agli istituti superiori pugliesi e finalizzato alla realizzazione di podcast originali sulla comunicazione scientifica, realizzato in collaborazione con Rai Radio3. Studenti e studentesse accompagnati nell’esperienza dalla responsabile dei programmi di attualità e approfondimento di Rai Radio3, Cristiana Castellotti, da Roberta Fulci, redattrice e conduttrice Radio3 Scienza, da Gaetano Prisciantelli, giornalista Rai Radiotelevisione italiana e Marco Motta, autore e conduttore di Radio3 Scienza.

Il primo giorno del Festival a Conversano, si è parlato di mare terra e cielo, di scoperte e di conferme, di lavoro e di suolo con la biologa marina Emilia Fulgido che si è sottoposta con il sorriso a un vero e proprio interrogatorio sulle foreste coralline, sui pesci e sui comportamenti da tenere in mare da parte dei alunni e alunne di una scuola elementare di Putignano, con i fisici Paolo Ferri e Giulio Casati, con il docente del dipartimento interuniversitario di fisica all’Università degli studi di Bari, Francesco Giordano, con Vito Albino, docente di ingegneria economico-gestionale al Politecnico di Bari, con Antonio Lombardi, ricercatore del dipartimento di storia della filosofia Uniba, con Nicole Novielli, docente di informatica Uniba, con Paolo Crosta, chief innovation officer Gruppo Exprivia, con i giornalisti Sergio Bellucci e Luigi Quaranta, con Piergiuseppe Laera dell’organizzazione risorse umane di UMANA, con Annacarla Loperfido, HR and Organization director Master Italy, con Francesco Errico, dell’Osservatorio Il piacere di Lavorare e con Paolo Pileri, docente di progettazione e pianificazione urbanistica al Politecnico di Milano. Tutti incontri particolarmente seguiti per l’impatto dell’argomento sul futuro di ognuno perchè tecnologia, lavoro e ambiente riguardano tutti a differenti età.

È stata invece l’educatrice ambientale Elisabetta Mitrovic ad aprire la seconda giornata toccando nuovamente il tema del mare. Di bomba atomica invece ha parlato il divulgatore scientifico Luca Malagoli raccontando agli studenti che aveva davanti una storia che ha stravolto le sorti del mondo.

La seconda giornata è stata anche la giornata dell’incontro con il rettore dell’Università di Bari, Stefano Bronzini, che ha parlato ai ragazzi e alle ragazze di opportunità e cambiamenti, e di tenacia, quella che può portare tutti alla realizzazione dei proprio obiettivi. Il tema della tecnologia è stato toccato da Giuseppe Cascione, direttore del dipartimento di scienze politiche Uniba, da Azzurra Ragone, docente di informatica Uniba, da Marco Pennelli, co-founder e builder PugliaTechs e da Giuseppe Morgese, docente di diritto dell’Unione Europea Uniba. E poi spazio a un incontro che ha ridato dignità al dolore e a una parola che in alcuni Paesi non si pronuncia più: la parola cancro. La psicoterapeuta Luciana Murru ha spiegato al pubblico quanto è necessario il supporto psicologico quando si affronta una malattia deflagrante come il cancro e tante sono state le dimostrazioni di vicinanza all’argomento da parte del pubblico. Di falsa sostenibilità ha parlato Antonio Galdo direttore del sito nonsprecare.it intervistato dal direttore di Pagina’21, Oscar Buonamano, prima della chiusura con il podcast Padroni del mondo con il saggista Luca De Biase.

Per l’ultimo giorno, Lector in Scienza si è sdoppiata: la mattina a Conversano in compagnia dei partecipanti alla terza edizione del Premio Panarese, e il pomeriggio a Castellana Grotte prima nel Museo speleologico Franco Anelli e dopo nella Grave delle Grotte, nel cuore della terra.

Una chiusura che ha messo al centro argomenti quali l’economia, la fuga dei cervelli e il riscatto delle nuove generazioni in compagnia dell’economista Ilaria De Angelis, del ricercatore in immunologia Alessandro Foti, di Sandra Lucente, docente di analisi matematica e comunicazione della scienza al dipartimento interateneo di fisica dell’Università di Bari e di Vito Giovanni Lucivero, ricercatore di fisica quantistica e vicecoordinatore del Master in Scienze e Tecnologie Quantistiche della stessa università.

E ancora, la proclamazione dei vincitori del Premio Rossella Panarese avvenuta alla presenza di Cristiana Castellotti, Filippo Giannuzzi, segretario generale della Fondazione Giuseppe Di Vagno e direttore scientifico del Festival, Giuseppe Lovascio, sindaco di Conversano, Stelvio Marini, marito di Rossella Panarese, Serafino Ostuni, presidente delle Grotte di Castellana e Daniela Mazzucca, presidente della Fondazione Di Vagno.

Una mattinata che ha preparato gli animi al pomeriggio conclusivo durante il quale si è approfondito il concetto di divulgazione responsabile e tecnologia nell’incontro organizzato dall’Università di Bari con i docenti Alberto Fornasari, docente di pedagogia sperimentale Uniba, Carla Petrocelli, docente di storia della rivoluzione digitale Uniba, il ricercatore al dipartimento di informatica Gennaro Vessio e la giornalista Stefania Losito; durante il quale si è parlato di corpo delle donne con la scrittrice e podcaster Benedetta Petroni, autrice di un libro che farà discutere anche solo per il titolo Utero con vista e dei benefici del lavoro delle api in contrapposizione ai rischi di vivere in un mondo senza api, e delle foreste che ricoprono il mondo con l’apicoltore Marco Valsesia, il biologo Danilo Zagaria e la giornalista Lucia Schinzano.

Per l’ultimo appuntamento, quello che si è tenuto nella Grave delle Grotte di Castellana, è il caso di prendere in prestito le parole dello storico protagonista dell’evento: Alessandro Vanoli, autore di una lezione che ha unito la potenza della natura all’invenzione dell’Occidente: «Io in un una grotta non ci avevo mai parlato – ha scritto in un post sui suoi canali social – negli anni ho fatto spettacoli e incontri ovunque: teatri, palazzetti, prati, boschi, rovine varie, imbarcazioni, persino spiagge… ma una cosa come questa mai. Per la bellezza ovviamente (e le grotte di Castellana sono spettacolari), ma anche per quel suono, per la voce che improvvisamente ti circonda, per il gocciare dell’acqua tra le rocce, per le luci che paiono cose da fate, e pure per il freddo, che non scherza, ma fa parte del gioco. Grazie agli amici di Lectorinfabula e a tutti coloro che erano lì’. Davvero indimenticabile!».

Related posts

Idroponica. Coltiviamo il futuro, il podcast vincitore della terza edizione del Premio Rossella Panarese

DeepSeek, il rovescio della medaglia di ChatGPT

Ferrarotti, il provocatore che amava disvelare gli autoinganni