Ha già incontrato problemi di censura e molestie sotto il regime di Ben Ali. Poi tutto è cambiato dopo i movimenti della primavera araba del 2011 in Tunisia. Pensa che la democrazia sia ora in pericolo in Tunisia e che si sia tornati all’era precedente al 2011?
La verità è che ho smesso di fare vignette quando Ben Ali è salito al potere, perché i giornali di opposizione e di opinione sono stati chiusi. Ho fatto alcuni disegni (non firmati) che sono stati distribuiti discretamente come adesivi o volantini in occasione di eventi politici come quelli del 2008 nel bacino carbonifero, ma non ho prodotto nulla con regolarità. Dopo il 2011 tutto è cambiato: siamo entrati in una nuova era democratica. Così sono tornato a fare vignette satiriche attraverso i giornali (SawtAchaab del Partito Comunista dei Lavoratori, ecc.), i siti web e Facebook, oltre alle stazioni radio Kalima ed Express FM. Con l’arrivo del decreto 54, che è una spada di Damocle che pende sulla testa di giornalisti e artisti, la libertà di espressione è davvero minacciata. Dobbiamo riprendere la lotta.
(nota: Il decreto-legge n. 2022-54 sulla «lotta ai reati relativi ai sistemi di informazione e comunicazione», ha poi portato all’arresto di diversi giornalisti).
Lei è l’unico vignettista o giornalista che sta subendo una persecuzione legale (SLAPP)?
Non sono l’unico. Non conosco il numero esatto, ma ce ne sono altri, soprattutto giornalisti e blogger.
Diverse associazioni di vignettisti in Francia e Librexpression in Italia hanno reagito al suo arresto e abbiamo pubblicato un articolo, in merito a ciò, sul nostro giornale (pagina21.eu). Questo sostegno è utile o, al contrario, potrebbe essere un problema per lei, proprio come la pubblicazione delle vignette che ha portato al suo arresto?
Le associazioni sono un grande sostegno; Librexpression ma anche Cartooning for peace. Vorrei dire un grande grazie, perché ti tira su il morale, non ti senti solo. Vorrei anche citare giornali come Le Monde, canali televisivi come France24 e altri ancora. Vorrei anche ringraziare le radio tunisine e la società civile, che ha partecipato con una grande mobilitazione.
È ottimista riguardo al suo processo e cosa possiamo fare per lei?
Sono sempre ottimista. Quello che ho passato fa parte del rischio del mestiere. Fare il vignettista è un mestiere problematico, quindi bisogna assumersi delle responsabilità. Bisogna andare avanti così. Cosa chiedo? Un sostegno morale, tutto qui.
L’autore ringrazia Fadi Toon e sua moglie per la traduzione dall’intervista dall’arabo in francese