Antonio Scurati, Luciano Canfora, 25 aprile: scacco al re

C’è un filo nero che unisce e tiene insieme ciò che accade in prossimità della celebrazione della Festa di Liberazione. Il 25 aprile, la giornata in cui si festeggia la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, ovvero la fine dell’occupazione nazista e la fine del regime fascista.

La Rai per «motivi editoriali» annulla la partecipazione di Antonio Scurati alla trasmissione televisiva Che sarà dove avrebbe dovuto leggere un monologo sul 25 aprile.

La presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, porta in tribunale il professor Luciano Canfora per queste affermazioni dell’11 aprile 2022, «essendo neonazista nell’animo, si è subito schierata con i neonazisti ucraini, è diventata una statista molto importante ed è tutta contenta».

Perché sul caso Scurati interviene direttamente la Meloni con un post sui suoi profili social spostando l’attenzione sul compenso che sarebbe spettato allo scrittore vincitore del Premio Strega, quando la decisione di non far andare in onda Scurati è stata presa dai vertici della Rai?

Dicesi distrazione di massa, «Distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica da situazioni scomode e aprire nuovi fronti di interesse più gestibili mediaticamente».

Il professore Luciano Canfora dice che «la storia non si querela, si studia». E il punto è proprio questo.

Nell’ultimo lavoro di Canfora (Il fascismo non è mai morto, Edizioni Dedalo), il filologo e professore emerito afferma che ciò che sosteneva il Movimento Sociale Italiano, ovvero la volontà di riscrivere la storia, «la tattica che sin da allora adottò non è mai cambiata: “navigareall’interno delle istituzioni e propugnare la cosiddetta riconciliazione” (cioè il riconoscimento di legittimità della RSI) offrendosi al tempo stesso come sponda ad ogni governo sulla “chiusura a sinistra”, sia il filo che lega quella destra alla destra attuale.

La sua dissertazione è utile per decriptare ciò che avviene quotidianamente sotto i nostri occhi. Concentriamoci sulle affermazioni della Meloni e di La Russa rilasciate dopo avere assunto incarichi di governo, dalle quali Canfora parte per aiutarci a riflettere sul loro significato più profondo.

«Vengo da una storia politica che è stata relegata ai margini della storia repubblicana» (Giorgia Meloni, 23 ottobre 2022, discorso di investitura davanti alle Camere).

«Ho le mie idee, non le rinnego, nel Movimento Sociale Italiano ho militato a lungo» (Ignazio La Russa, intervista al Corriere della Sera, 29 dicembre 2022).

«Delle due rivendicazioni è più ricca di contenuto la prima. Ognuno comprende che dire che il Movimento Sociale Italiano era “relegato ai margini della storia repubblicana” significa, allo stesso tempo, deplorare tale “emarginazione”, additarla come un fatto politico negativo, ma anche un arbitrio. In quelle parole vi è dunque un giudizio negativo sull’intera vicenda dell’Italia repubblicana, per quanto attiene al neofascismo (“emarginato”), cui solo l’arruolamento governativo sotto mutate spoglie (“Alleanza Nazionale”) dovuto al “liberale” Berlusconi (1994) poneva alfine rimedio e riconoscimento.
È generalmente riconosciuto che rivendicare significa ribadire la positività: lo si dice, per lo più, in riferimento alle proprie scelte politiche, di vita, ecc. Dunque si tratta di un procedimento mentale che si colloca agli antipodi del ripensamento ( o addirittura pentimento)».

È dunque una continuità d’intenti che da Giorgio Almirante, segretario del MSI, conduce a Giorgia Meloni, segretaria di Fratelli d’Italia.

E cosa c’entra in tutto questo lo scrittore Antonio Scurati?

C’entra e molto soprattutto da quando ha scritto un’opera monumentale che svela e mostra la nudità del re e la sua pochezza. Mi riferisco alla trilogia M, dedicata a Benito Mussolini. Per questa ragione Antonio Scurati è considerato un nemico dalla destra ed è oggetto di insulti e, da ieri, di censura.

Nel suo ultimo lavoro (Fascismo e populismo. Mussolini oggi, Bompiani), così sintetizza la figura del dittatore di casa nostra.

«Mussolini dei primi anni venti era un avventuriero facile a ogni travestimento, ripensamento e tradimento: prima fervente repubblicano e poi disposto a coabitare per vent’anni con la monarchia, prima profeta del libero amore e poi pronto a sposarsi in chiesa per convenienza, prima accanito anticlericale e poi sottoscrittore dei Patti lateranensi con il Vaticano, prima socialista consacrato alla riscossa del proletariato e poi alleato dei poteri forti che lo opprimevano: Nel volgere di pochi anni, Benito Mussolini tradì tutti: i pacifisti, i socialisti, i repubblicani, D’Annunzio che lo aveva ispirato, i liberali giolittiani che lo avevano portato in Parlamento, i camerati squadristi della vigilia che gli avevano spianato la strada a forza di manganellate. Soprattutto tradì se stesso, diventando l’uomo che odiava da ragazzo».

È evidente che Scurati colpisce al cuore e demolisce la narrazione farlocca che i neofascisti si raccontano, mettendo nero su bianco e rendendo accessibile a tutti la verità dei fatti e della storia.

La storia che il professor Canfora ci ricorda che si studia e non si querela. E proprio della storia Scurati da una definizione magistrale.

«A partite dalla Rivoluzione francese, per due secoli dieci generazioni si sono appellate al futuro per ottenere giustizia: davanti al tribunale della Storia, millenni di schiene spezzate e di sofferenze senza nome avrebbero finalmente trovato riscatto. Riscatto e risarcimento. Persino vendetta. Dieci generazioni di madri e padri hanno creduto con magnanima fiducia che la vita dei figli sarebbe stata migliore della loro e che l’esistenza dei nipoti sarebbe stata migliore di quella dei figli. E si sono fatti trovare pronti a lottare per questo, a morire e persino uccidere. Ecco la promessa della Storia, la promessa che promette se stessa: il futuro ci attende, il futuro ci appartiene. Il futuro è uno di noi. Ecco l’impegno della Storia: la storia non è mai scritta una volta per tutte, la storia è sempre lotta per la storia. La storia siamo noi».


Per approfondire

Luciano Canfora, Il fascismo non è mai morto, Edizioni Dedalo 2024
Antonio Scurati, Fascismo e populismo. Mussolini oggi, Bompiani 2023
Antonio Scurati, M. Il figlio del secolo, Bompiani 2018
Antonio Scurati, M. L’uomo della Provvidenza, Bompiani 2020
Antonio Scurati, M. Gli ultimi giorni dell’Europa, Bompiani 2022

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