Oggi non riesco proprio a concentrarmi; devo però rispettare i tempi per la consegna di questo articolo, già drammaticamente superati. Dovrei scrivere del fenomeno mediatico e informatico del momento, l’Intelligenza Artificiale sviluppata da OpenAI, ChatGPT, con la quale si può conversare al pari di un essere umano. Ma oggi proprio non va… e mentre sto per lasciar perdere, arriva l’idea: posso chiedere a ChatGPT di scrivere questo pezzo! Contentissima, avvio la app e pongo la domanda: «Mi scrivi un articolo che spieghi cos’è ChatGPT?».
Questa la risposta: «ChatGPT è un’innovativa tecnologia che ha rivoluzionato il campo dell’intelligenza artificiale e della comunicazione digitale, permettendo una chat sempre più avanzata e personalizzata. Ma che cos’è ChatGPT e come funziona? ChatGPT è un’intelligenza artificiale che si basa su una particolare architettura di algoritmi e di modelli di machine learning che consentono di generare risposte sempre più precise e coerenti, in risposta alle domande degli utenti. La sua capacità di apprendere, inoltre, le permette di migliorare costantemente la sua performance».
Ma questo non è tutto: ChatGPT non è solo un sistema di dialogo con l’utente, ma è anche in grado di leggere e interpretare il contenuto di un messaggio per fornire risposte adeguate. Grazie alla combinazione di tecniche di machine learning e di LLM, ChatGPT è in grado di rispondere in modo decisamente più accurato alle domande degli utenti.
ChatGPT fa parte della famiglia di transformer-based natural language generation algorithms, una delle tecniche di machine learning più avanzate in questo campo. Questo tipo di algoritmi sfrutta la capacità di processare grandi quantità di dati in poco tempo e di estrarre informazioni e rappresentazioni semantiche accurate per generare risposte corrette ed esaustive.
ChatGPT può essere utilizzato in molte applicazioni, come ad esempio nei chatbot, nei servizi di assistenza clienti online, nei siti web di e-commerce e nei sistemi di ricezione di domande e risposte. Grazie alla sua flessibilità e alla sua capacità di imparare, ChatGPT rappresenta una soluzione ideale per le aziende che vogliono migliorare l’efficienza dei loro servizi di assistenza clienti e offrire risposte sempre più precise e personalizzate.
In sintesi, ChatGPT è una tecnologia innovativa che, grazie all’utilizzo di algoritmi avanzati di elaborazione del linguaggio naturale, consente ai bot di dialogare in modo sempre più intelligente ed efficiente con gli utenti, migliorando l’esperienza di utilizzo e la capacità degli utenti di trovare soluzioni alle loro esigenze.
Con ChatGPT, vi è la garanzia di una comunicazione digitale sempre più precisa e personalizzata, in grado di soddisfare al meglio i bisogni degli utenti e di garantire un’esperienza di servizio sempre più soddisfacente».
Ecco bene, posso finalmente rispettare i tempi. Rileggo attentamente prima di inviare, ma c’è qualcosa che non va. Il testo è autocelebrativo, sembra quasi uno spot e poi, troppi termini tecnici, numerose le ripetizioni. Tutto tempo perso… ricomincio dall’inizio…
ChatGPT, il cui acronimo sta per Chat Generative Pre-trained Transformer, è un modello di linguaggio addestrato per generare testo in modo autonomo, offrendo un’esperienza di conversazione molto simile a quella che avviene fra essere umani. OpenAI, azienda che si è occupata della sua realizzazione fondata a San Francisco nel 2015, ha avuto come obiettivo quello di sviluppare le cosiddette friendly AI ovvero le intelligenze artificiali buone che dovrebbero contribuire ad automatizzare e semplificare alcuni processi umani.
Dal suo rilascio, avvenuto il 30 novembre 2022, quasi tutti ne abbiamo testato le capacità e ci siamo resi conto che il programma è in grado di generare risposte sull’attualità, ma anche di redigere saggi, scrivere storie di fantasia, suggerire codice di programmazione, correggere un inglese sgrammaticato e persino indicare come compilare correttamente domande di lavoro. Le risposte date dal chatbot, il software che simula ed elabora le conversazioni umane, sono fluide, hanno una buona punteggiatura, ma a volte sono clamorosamente sbagliate. Sono attinte da una quantità sbalorditiva di testo recuperato su Internet e controllato da esperti umani. Il programma si basa su una precedente Intelligenza Artificiale (IA), sviluppata qualche anno fa da OpenAI e chiamata GPT-3, che, attraverso i cosiddetti modelli linguistici di grandi dimensioni (Large Language Models, LLM), tecniche di elaborazione del linguaggio naturale e algoritmi di deep learning, che insegnano ai computer a elaborare i dati ispirandosi al cervello umano, è capace di predire quale potrà essere la parola che ha più probabilità di seguire un’altra. L’IA è alimentata da centinaia di miliardi di voci desunte da libri digitalizzati, conversazioni e articoli web, da cui costruisce un modello statistico di parole e frasi che tendono a seguire qualsiasi testo che le precede. È un po’ come il testo predittivo dei nostri smartphone, solo che, nel caso del chatbot, vengono prodotte in maniera più ampia intere risposte, invece che singole parole.
Il significativo passo avanti che è stato fatto con ChatGPT coincide con una sua «formazione extra». Il modello linguistico iniziale è stato migliorato da un ampio numero di domande e risposte, implementate tramite un addestramento umano e poi incorporate nell’insieme dei dati già esistenti (set di dati). Al programma è stato poi chiesto di produrre diverse risposte per ciascuna domanda, catalogate da esperti umani, dalla migliore alla peggiore. Questa formazione guidata dall’uomo ci spiega come mai ChatGPT vada alla ricerca delle informazioni che soddisfino, nella maniera più completa possibile, le richieste poste dagli utenti. A differenza dei chatbot più vecchi, ChatGPT è stato progettato per rifiutare domande inappropriate e per evitare di inventare risposte su problemi per i quali non è stato addestrato. Ad esempio, ChatGPT non sa nulla del mondo dopo il 2021 poiché il bacino dei dati di riferimento si ferma a quella data. Ha anche altri limiti più determinanti, ma facilmente comprensibili, relativi al controllo della veridicità delle risposte, sulle quali non vi è alcuna garanzia. Come osservano da OpenAI, «ChatGPT a volte scrive risposte plausibili ma errate o senza senso e a volte mostra comportamenti distorti preferendo, ad esempio, risposte lunghe che ingannano l’utente perché appaiono più complete».
Michael Wooldridge, direttore dell’Alan Turing Institute di Londra, centro di ricerca di IA, ha spiegato: «Non sa cosa sia vero o falso. Non conosce il mondo. Non ci dovremmo assolutamente fidare e dovremmo sempre controllare le risposte. Se gli chiedi una ricetta per una frittata, probabilmente farà un buon lavoro, ma ciò non significa che sappia cos’è una frittata». Sam Altman, Amministratore Delegato di OpenAI, ha affermato però che questa è stata «solo una prima dimostrazione, ma che presto avremo assistenti utili che ci parlano, rispondono alle domande, ci danno consigli senza commettere errori».
Come sempre accade di fronte a questo genere di fenomeni, l’utenza si è divisa tra chi ha previsto scenari apocalittici e chi invece, convintamente, ha pensato che possa rappresentare un valido aiuto nelle attività lavorative. L’unico dato indiscusso è che ha raggiunto cento milioni di utenti in soli due mesi. Tra questi vi sono sicuramente gli studenti che, avendone intuito le potenzialità, lo hanno reso difatti virale, tanto che alcune scuole e università statunitensi ne hanno vietato l’uso. Non penso che questa sia la strada giusta. Sarebbe forse più indicato renderne costruttivo il loro uso, sia per comprenderne i limiti, ma anche per avere come obiettivo ultimo quello di mostrare come un testo generato da un chatbot manca di sfumature, di pensiero critico, di capacità decisionali, di empatia.
Qualche giorno fa OpenAI ha rilasciato a un numero limitato di abbonati a ChatGPT Plus il nuovo GPT-4. L’azienda ha dichiarato che GPT-4 è ora in grado di gestire oltre 25.000 parole di testo, un numero molto più alto rispetto alla precedente versione che era in grado di trattare solo 1.500 parole alla volta. OpenAI ha dichiarato di aver impiegato sei mesi per modificare il suo LLM in modo da ridurre dell’82% la probabilità di rispondere a richieste di «contenuti non consentiti» e del 40% la probabilità di produrre risposte concrete rispetto alle versioni precedenti. Naturalmente, pochissime persone al di fuori di OpenAI hanno potuto testare il nuovo sistema, dunque, non possiamo accertare ancora la veridicità di tutte queste affermazioni.
Greg Brockman, presidente di OpenAI, ha dichiarato che il sistema è anche in grado di completare compiti relativamente banali, come riassumere un articolo in una frase. La vera novità sta nel fatto che è in grado di accettare immagini come input, consentendo al sistema di generare didascalie o di analizzarle. L’esempio fornito è stato quello di mostrare alla IA un’immagine con alcuni ingredienti: il chatbot ha fornito alcuni esempi di piatti che si potrebbero cucinare con quegli ingredienti.
Duolingo, la nota app per l’apprendimento delle lingue, ha annunciato l’implementazione di un livello di abbonamento premium Duolingo Max che disporrà di nuove funzioni basate sul GPT-4; l’IA sarà in grado di offrire «spiegazioni specifiche a seconda del contesto», ovvero di spiegare agli utenti perché hanno commesso un errore. Consentirà anche di esercitarsi nelle conversazioni con il chatbot e di rispondere in tempo reale ai nostri errori linguistici.
Tuttavia, in OpenAI vanno molto cauti. Sebbene abbiano potenziato il sistema, hanno dichiarato che il GPT-4 presenta «molti limiti noti», primi tra tutti pregiudizi sociali.
«Non è perfetta, ha dichiarato Brockman, ma non lo siete nemmeno voi».