Gino Strada, il fondatore di Emergency

In vita ha sempre fatto rumore. Un gran bel rumore. E invece oggi, nel giorno della sua morte, se ne è andato in silenzio. È successo in Normandia, laddove l’Europa cominciò a sperare di rinascere dalle macerie e dalla cieca violenza nazista e fascista.

Gino Strada è morto a 73 anni e dell’impegno politico a favore di chi soffre e contro la guerra ne ha fatto una ragione di vita. L’anno scorso alla viglia del 25 aprile disse, «Il 25 aprile non è solo la Liberazione dal razzismo e dal fascismo, ma anche dalla guerra e dalla violenza».

Un grande italiano, un italiano di cui essere fieri oggi e sempre.

Ha svegliato coscienze sopite. Ha insegnato a prendersi cura di chi ha bisogno e di chi soffre. Soprattutto ha curato tantissime persone. Nel 1994 fonda con Teresa Sarti ed un gruppo di colleghi medici, Emergency, un’associazione umanitaria impegnata a fornire assistenza gratuita alle vittime di guerra. Ha contribuito alla costruzione di ospedali e posti di pronto soccorso in 18 Paesi nel mondo in cui ci si è presi cura di milioni di persone.

Un uomo con una visione chiara del mondo e delle persone. In questi lunghi anni bui della politica italiana è stato un punto di riferimento per tanti ragazzi e ragazze che nel suo coraggio, nella sua voglia di spendersi per l’altro hanno trovato la voglia e il coraggio per impegnarsi in qualcosa di utile per la collettività.

È stato un esempio positivo con la realizzazione dei suoi progetti e del suo sogno più grande: Emergency. Sapeva parlare e non cercare mai il consenso a tutti i costi, piuttosto cercava il confronto.

Sua figlia, Cecila, ha commentato così la notizia della sia morte, «Amici, come avrete visto il mio papà non c’è più. Non posso rispondere ai vostri tanti messaggi che vedo arrivare, perché sono in mezzo al mare e abbiamo appena fatto un salvataggio. Non ero con lui, ma di tutti i posti dove avrei potuto essere…beh, ero qui con la ResQ – People saving people a salvare vite. È quello che mi hanno insegnato mio padre e mia madre».

Gino Strada il papà, Teresa Sarti la mamma.

Che meraviglia di parole e di pensiero, ero qui a salvare vite, quello che mi hanno insegnato mio padre e mia madre.

Per tutto quello che ha fatto in favore di chi ha avuto bisogno, per il suo pensiero libero e sempre lucido, per la voglia di libertà e per la sua ostinata, tenace e vincente battaglia contro ogni razzismo e fascismo è stato uno dei migliori italiani di sempre. Un partigiano nel senso più pieno e autentico del termine.

Gino Strada è morto, viva Gino Strada.

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