Grazie Jannik, dovremmo diventare tutti Sinner

Oscar Buonamano

Yannik Sinner è il primo tennista italiano a vincere l’Us Open, quarto e ultimo dei tornei del Grande Slam, vittoria che conferma la superiorità dell’altoatesino per tutto il 2024.

La finale contro l’americano Taylor Fritz non ha avuto storia perché la superiorità di Sinner non è mai stata in discussione. Superiorità tecnica, fisica e mentale. 6-3, 6-4, 7-5 il risultato finale.

Della dimensione tecnica e della sua bravura, di ciò che potrà dare al tennis, scriveranno e ne stanno già scrivendo gli esperti di tennis. Vorrei, nell’immediatezza della vittoria a Flushing Meadows, parlare di altro. Di una certa italianità che esprime Sinner alla quale siamo poco abituati.

Applicazione, abnegazione, talento, serietà, affidabilità.

L’applicazione e l’abnegazione allenamento dopo allenamento, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese lo ha portato ad essere il migliore al mondo in uno sport in cui mai nessun italiano ci era riuscito prima.

Il talento lo ha avuto in dono ma ha saputo coltivarlo con l’allenamento continuo e costante.

La serietà e l’affidabilità gli hanno consentito di consolidare nel corso dell’anno la sua nuova e giovane leadership. Il suo pensare, i valori che esprime fuori dal campo lo rendono un modello e non solo per i suoi coetanei.

La popolarità che regala lo sport, e uno sport come il tennis in particolare, rendono Sinner uno degli atleti più conosciuti al mondo e per questa ragione i valori che veicola arrivano a molte, tante, persone. A molti, tanti giovani. E questo è molto importante perché il suo restare con i piedi saldamenti ancorati a terra, anche dopo le vittorie più difficili sono una lezione molto importante per grandi e piccoli.

Le sue parole dopo ogni vittoria sono sempre rispettose dell’avversario, molto generose per la sua squadra e, soprattutto vere e sincere per i suoi genitori e la sua famiglia. Come la dedica speciale a fine partita, «Dedico questa vittoria a mia zia, non sta molto bene e non so per quanto resterà ancora nella mia vita. Questo ultimo periodo per me non è stato facile. Grazie a chi è stato al mio fianco ogni giorno. È un titolo importante per me».

La voglia continua di migliorarsi, anche dopo essere arrivato in cima al mondo, lo rende un modello positivo per tutti.

La classe dirigente del nostro Paese, del suo Paese, l’Italia, dovrebbe prenderlo ad esempio. Da questo punto di vista dovremmo tutti diventare Sinner.

Grazie Jannik, grazie per le vittorie, per la gioia che ci fai provare, ma grazie soprattutto per l’uomo che stai diventando. Tu si orgoglio italiano.

Infine, una nota sul pubblico americano. Applaudire sull’errore dell’avversario non è bello e non è sportivo e qualifica chi compie questo gesto. Peccato, l’unica nota stonata di una serata da ricordare sempre e per sempre.

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