Grazie Presidente, dall’Italia tutta intera

La morte prematura del presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, ha suscitato e continuare a suscitare un’emozione che attraversa tutto il Paese. Unanime è stato il riconoscimento al valore dell’uomo, del giornalista e del politico. Nella commemorazione avvenuta in Parlamento, tutte le forze politiche, sempre litigiose e irrispettose le une delle altre, sono state concordi nel riconoscere al presidente Sassoli abilità politica e doti umane fuori da comune.

È stato un bell’ascoltare. Parole che scaldano il cuore e che, si auspica, possano essere un buon viatico anche per la scelta del prossimo Presidente della Repubblica. Quel rispetto che abbiamo colto in questa triste occasione dovrebbe essere la bussola per orientare anche in futuro il lavoro in aula dei nostri rappresentanti al Parlamento Italiano.

Il 3 luglio del 2019 nel discorso d’insediamento come Presidente del Parlamento Europeo, disse, «Le nostre regole economiche devono saper coniugare crescita, protezione sociale e rispetto dell’ambiente. Dobbiamo dotarci di strumenti adeguati per contrastare le povertàdare prospettive ai nostri giovani, rilanciare investimenti sostenibili, rafforzare il processo di convergenza tra le nostre regioni ed i nostri territori».

Un discorso molto apprezzato in aula e fuori dall’aula. Si percepiva una tensione verso il superamento delle disuguaglianze e un’attenzione, manifestata in modo chiaro anche in precedenza, verso la grande questione rappresentata dalla crisi climatica.

Sulla prima questione è interessante la testimonianza di Michael Braun, autore di Internazionale, corrispondente della Die Tageszeitung di Berlino e consigliere scientifico della fondazione Friedrich Ebert.

«Ho avuto modo di incrociare David Sassoli ad un convegno organizzato dalla Cgil di Pistoia e dalla fondazione Friedrich Ebert nel novembre del 2019, pochi mesi dopo la sua elezione a Presidente del Parlamento europeo. David Sassoli era venuto per confrontarsi con Maurizio Landini. Quello che colpiva me e credo tutto il pubblico, era la grande schiettezza ma anche la grande passione di Sassoli. Sappiamo tutti che Sassoli veniva non dal filone Pci, Pds, Ds ma da quello cattolico e il mondo dello scautismo e in politica il suo punto di riferimento era stata la Margherita, ma sembrava che giocasse in casa, si sentiva a suo agio e metteva a suo agio gli attivisti e i delegati della Cgil toccando temi cari non solo a loro ma anche a lui stesso. Tutti potevano percepire che le questioni dell’emarginazione sociale, delle diseguaglianze e delle ingiustizie erano temi fortemente sentiti da lui. A suo modo riuscì a stupire quella platea di sindacalisti: alla fine uno di loro nel pubblico commentò a bassa voce, “ma è uno di noi!”».

Così come altrettanto significativa è la testimonianza di Enzo Lavarra, già Parlamentare Europeo che oggi si occupa, su incarico del sindaco della Città Metropolitana di Bari, Antonio Decaro,  di Politiche di valorizzazione delle risorse naturali nella prospettiva del Green Deal Europeo, che sottolinea oltre all’impegno sulle politiche ambientali la sua grande capacità politica capace di esprimersi su più livelli.

«Un grande italiano al servizio del Rinascimento Europeista. Questa raffigurazione può sembrare enfatica, ma per chi ha vissuto da dentro il Parlamento europeo è pienamente corrispondente al rango che egli si è conquistato. Ha rivalutato la più importante assemblea sovranazionale della nostra epoca nei confronti del Consiglio e della Commissione. Ha concorso a legittimarla nella nuova missione di fronte alle sfide della contemporaneità presso l’opinione pubblica. Agendo in controtendenza rispetto alla disillusione del sogno europeista, che in alcuni Paesi ha preso le forme dell’ideologia piccole patrie.

Ha affrontato, senza risparmiarsi, lo spartiacque segnato dalla pandemia come necessità assoluta di cambiare il paradigma della austerità in direzione dello sviluppo sostenibile: ambientale, sociale, economico.

Ha assunto iniziative e posizioni coraggiose: l’altolà al Gruppo di Visegrád sulla costruzione dei muri contro le migrazioni, perché fuori dai principi dei Trattati. Ha sostenuto che questo è il tempo del debito comune e degli eurobond per sostenere la crescita. Salario minimo, estensione del progetto Erasmus, nuovo welfare, sfida climatica, armonizzazione fiscale contro il dumping sociale, tassazione dei big data. Lo ha fatto con stile inconfondibile: sobrio, persuasivo, elegante.

Per lui che veniva dal mondo del giornalismo sarebbe stato facile entrare nello star sistem. Si è invece sottratto al presentismo della visibilità per tessere la tela di alleanze e programmi avanzati.

Nessuno poteva immaginare il suo male di fronte alla costante attività svolta fino all’ultimo. Anche questo è segno di grandezza propria e di grande vocazione civile.

«Bon courage Enzo, bellissime cose», mi scrisse quando gli illustrai le nuove missione delle aree protette. Mi aiutò a toglierle dalla marginalità della legislazione europea. Quanta tristezza il distacco. Che fatica seguire il sogno europeista e precipitarlo nella realtà. Lo tenteremo. Ma, adesso, siamo più soli».

La tristezza di queste ore non deve perciò offuscare la bellezza e la solarità di una vita spesa bene.
David Sassoli ha contribuito a migliorare la reputazione dei giornalisti e della Rai, così come a migliorare la percezione che i cittadini hanno della politica e dei politici.

Non dobbiamo dimenticarlo e non lo dimenticheremo: grazie Presidente, dall’Italia tutta intera.

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