In un cielo lontano

Clicchi su play e si apre un mondo. Abbiamo spacchettato così ben trentacinque mondi sonori diversi, tutti in forma di podcast, tutti concentrati nella durata massima di otto minuti. Oltre duecento ragazzi e ragazze si sono sfidati per aggiudicarsi il Premio Rossella Panarese, In un cielo lontano, organizzato dalla Fondazione Giuseppe Di Vagno con la media partnership di Rai Radio 3. Il concorso, alla sua prima edizione, ha visto partecipare studenti di quattro diversi istituti superiori pugliesi.

La sfida era difficile: raccontare la crisi climatica con uno sguardo alle soluzioni locali. Gli aspiranti podcaster si sono organizzati in gruppi, alcuni fatti di studenti della stessa classe, altri misti, sia per classe che per età, e si sono dati da fare per raccogliere e montare voci, suoni, musica. Tutto questo da soli, partendo da zero, o quasi: si sono lanciati a caccia di interviste dopo appena un paio di incontri, pensati per dar loro un’infarinatura minima sugli ingredienti di un prodotto audio.

La varietà dei prodotti in gara ci ha lasciati di stucco: i 35 gruppi hanno approcciato lo stesso tema, un tema difficile da affrontare senza frasi fatte o discorsi di circostanza, in 35 modi diversi. C’è chi si è messo nei panni di una balena, chi ha intervistato un fotoreporter sull’inquinamento nel territorio dell’Ilva, chi ha analizzato le potenzialità dell’energia nucleare. La realizzazione tecnica non è stata da meno, con effetti sonori, doppiaggi, musica in certi casi composta dai ragazzi apposta per l’occasione. Alcuni gruppi hanno realizzato anche un logo a corredo del prodotto audio, cogliendo in pieno l’idea che un podcast vive online ed è bene che si presenti in modo chiaro ed efficace.

La premiazione è avvenuta il 27 maggio scorso nella serata conclusiva della seconda edizione di Lector in Scienza, a Conversano. Proprio per via dei tanti meriti delle squadre, il podio è stato più ampio del previsto: due segnalazioni, due menzioni speciali e due podcast vincitori a pari merito. Le squadre che hanno condiviso il primo premio avranno l’occasione di visitare i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, struttura scientifica spettacolare dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Il laboratorio è sede di esperimenti di frontiera nel campo della fisica astroparticellare e sorge in un tunnel sotterraneo ad Assergi, in provincia di L’Aquila, sotto 1400 metri di roccia.

Per meritarsi la gita, che avrà luogo in ottobre, i due gruppi hanno prodotto due podcast molto diversi tra loro ma ugualmente ben riusciti.

La 1°B, la 1°C e la 3°A del Classico del Liceo Simone Morea di Conversano hanno costruito un dialogo intergenerazionale nel quale loro giocavano il ruolo dei global coolers: «a noi tocca soffiare aria fresca sul mondo». Un’auto lanciata a folle velocità da un papà poco previdente rappresenta le politiche sconsiderate degli adulti, mentre la figlia a bordo vuole frenare e non vede l’ora di esser maggiorenne per poter partecipare con le proprie scelte. La metafora è solo la cornice del racconto di una realtà concreta e vicina: le comunità energetiche di Melpignano.

Con i ragazzi del Simone Morea, andranno nella pancia del Gran Sasso gli autori di TIC TAC: è tempo di cambiare, della 3°E dell’Istituto Alpi Montale di Rutigliano. La forza del loro racconto è nella coralità delle voci, nel ritmo, nello stratagemma narrativo di interpretare anche gli scettici o gli ignari.

L’augurio di tutti noi è che i partecipanti al Premio Rossella Panarese abbiano voglia di mettersi in gioco nelle prossime edizioni e, soprattutto, nell’impresa di diventare cittadini consapevoli del valore di una corretta informazione scientifica.


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