La mia esperienza con OpenAI Chat GPT: una truffa pericolosa

Lavorando qualche settimana fa accanto ad uno dei miei figli, consulente in economia miniere, mi disse che stava utilizzando con successo OpenAI Chat GPT per suo lavoro. Curioso gli chiese se fosse sodisfatto e se le informazioni che gli dava fossero affidabili. Mi rispose di si e che per lui era molto utile per iniziare un lavoro di ricerca o trovare dati rapidamente.

Abbastanza scettico, ma pronto a verificarlo, gli chiedo di spiegarmi come utilizzarlo. Di fatto è molto facile, mi dice. Basta cercare su qualsiasi motore di ricerca «Open AI chat GPT»e  cliccare sul bottone «Try Chat GPT». La sola formalità richiesta per iscriversi gratuitamente è lasciare il proprio indirizzo mail. Tuttavia, per i residenti in Italia non si può più fare visto che, su richiesta del Garante per la protezione dei dati personali, l’utilizzo di Chat GPT è stato disabilitato a partire del 1° aprile 2023. Ma ero in Belgio e non ho avuto problemi di accesso.

Siccome stavo facendo una ricerca sul Paleolitico superiore per il mio prossimo libro, ho deciso di testare fino a che punto Chat GPT potesse aiutarmi sia nei vari temi della mia ricerca sia nella ricerca delle bibliografie. I risultati ottenuti, immediatamente, mi sono sembrati ad una prima lettura abbastanza precisi. I riassunti dei temi erano brevi, ma coerenti e le bibliografie erano molto precise. Ero veramente positivamente stupito ed entusiasta. Così ho continuato per più di un giorno a porre domande sempre più precise, ottenendo risposte veloce e documentate, visto che chiedevo ogni volta le referenze che mi forniva, in inglese, francese ed italiano, in pochi secondi.

Ho iniziato ad avere dubbi quando, chiedendo sistematicamente il riassunto di articoli o libri dati in referenza, questi sembravano estremamente simili l’uno all’altro, solo formulati diversamente. Una tale omogeneità di vari autori su temi che sapevo essere fortemente controversi mi è sembrato sospetto.

Decisi, quindi, di cercare su internet gli articoli o i testi citati e di verificarne il contenuto.

Avevo iniziato la mia ricerca richiedendo informazioni sull’evoluzione della popolazione mondiale durante il paleolitico superiore. Mi aveva proposto due referenze:
Cohen, M.N. (2010), The Pleistocene colonization of the world, Annual Review of Anthropology, n°39, pp.67-84
Krebs, C.J. (2019), The Ecological World View. In: “Ecology: The experimental Analysis of distribution and Abundance” (pp.3-27). Benjamin-Cummings

Le ho quindi ricercate. Ho trovato facilmente il n°39 dell’Annual Review of Anthropology. Il sito della rivista proponeva l’indice della rivista e offriva la possibilità di scaricare gli articoli. Primo problema: non c’era nessun articolo scritto da Cohen M.N., né titoli simili a quello indicato. Invece alle pagine 67-84, figurava un articolo di David R. Begun, Miocene Hominids and the Origins of the African Apes and Homans, che non aveva niente a che fare con la mia richiesta.

Trovai, invece, non un articolo, ma ben due libri di Charles Krebs, il primo del gennaio 2008 intitolato The Ecological World View, pubblicato da University of California Press, il secondo intitolato Ecology: the Experimental Analysis of Distribution and Abundance pubblicato, effettivamente, da Benjamin Cummings fine 2008. Non ho potuto procurarmi i libri, ma l’indice del primo indicava un capitolo 6, Population Dynamics – Abundance in Time che poteva effettivamente contenere le informazioni richieste.

Utilizzai lo stesso approccio sul resto delle informazioni ricevute: ricerca degli autori, delle loro pubblicazioni, cataloghi delle case editrice o delle università. Il risultato fu devastante. Non c’era una sola referenza corretta. La maggior parte dei riferimenti forniti da Chat GPT non esistevano o erano falsi e il più delle volte inventati. Gli autori citati non erano specialisti della materia o se lo erano non avevano mai scritto l’articolo citato, le case editrici non avevano pubblicato i libri citati, i quali non erano mai stati pubblicati neanche da altre case editrici.

Arrabbiato per questa truffa soppressi il dialogo con questa cosiddetta intelligenza artificiale, pubblicizzata come l’ultima meraviglia tecnologica, capace di cercare e trovare, tra milioni di documenti, l’informazione ricercata.

Poi, decisi di provare a spingere Chat GPT ai suoi limiti. Iniziai un dialogo sempre più preciso, verificando dopo ogni risposta le informazioni ricevute. Il tema questa volta fu L’umorismo e la satira nell’arte minoica.

Ecco l’edificante trascrizione di questo dialogo che dimostra tutto ciò che è stato pubblicizzato è una vasta, ma falsamente intelligente, bufala. Falsamente intelligente perché a prima lettura ha l’apparenza, ma solo l’apparenza, di scientificità, come si può leggere nelle prime risposte.

Io_C’erano umorismo e satira nella civiltà minoica?

Chat GPT_La civiltà minoica, che fiorì sull’isola di Creta dal 2600 a.C. al 1400 a.C. circa, è nota per la sua arte, architettura e cultura sofisticate. Sebbene vi siano prove di una società ricca e vivace, è difficile stabilire con certezza se l’umorismo e la satira avessero un ruolo significativo nella loro cultura, poiché le testimonianze scritte dell’epoca sono limitate.
Tuttavia, alcuni studiosi ritengono che alcuni aspetti dell’arte e della mitologia minoica suggeriscano che l’umorismo e la satira potessero essere presenti nella loro società. Ad esempio, alcuni affreschi minoici raffigurano scene umoristiche o stravaganti, come scimmie che rubano l’uva o persone che suonano strumenti a testa in giù. Inoltre, la dea minoica della fertilità, raffigurata con seni e natiche prominenti, potrebbe essere stata oggetto di storie giocose o irriverenti.
Nel complesso, anche se è difficile dire con certezza quanto l’umorismo e la satira fossero presenti nella società minoica, è possibile che abbiano avuto un ruolo nella loro cultura, almeno in misura limitata.

Io_Può citare alcuni riferimenti sul tema dell’umorismo e della satira?

Chat GPT_Purtroppo, a causa delle limitate testimonianze scritte della civiltà minoica, non ci sono riferimenti diretti all’umorismo o alla satira nella loro letteratura o in altri documenti. Tuttavia, gli studiosi hanno studiato l’arte e la mitologia minoica per dedurre possibili indicazioni sull’umorismo e la satira nella loro società.
Alcuni riferimenti che esplorano il tema dell’umorismo e della satira nella civiltà minoica includono:
The Problem of Humor in Minoan Art, un articolo di Donald Preziosi nel libro Art and Text in Ancient Greek Culture (1994). L’articolo analizza vari affreschi e sculture minoiche per suggerire che l’umorismo giocava un ruolo significativo nella loro arte.
Satira e parodia minoica, articolo di Lucia Nixon pubblicato sulla rivista The Annual of the British School at Athens (2009). L’articolo esamina la possibilità di satira e parodia nella mitologia minoica, concentrandosi in particolare sul personaggio della dea Rhea.
Minoan Monkey Business: Humor, Playfulness, and the Representation of Animals in Minoan Art, un articolo di Emily Egan nel libro Animals in Greek and Roman Religion and Myth (2012). L’articolo esamina la rappresentazione degli animali nell’arte minoica, sostenendo che le loro rappresentazioni giocose e umoristiche suggeriscono una cultura con senso dell’umorismo.
Questi riferimenti, e altri simili, forniscono preziose indicazioni sulla questione dell’umorismo e della satira nella civiltà minoica, nonostante la mancanza di prove dirette.

Io_Quali sono i riferimenti precisi del libro, Arte e testo nella cultura greca antica?

Chat GPT_I riferimenti precisi del libro, Arte e testo nella cultura greca antica, sono: Titolo, Arte e testo nella cultura greca antica, curato da: Simon Goldhill e Robin Osborne, Editore, Cambridge University Press, Data di pubblicazione: 13 giugno 1994. ISBN-10: 052142389X  ISBN-13: 978-0521423893.
L’articolo The Problem of Humor in Minoan Art di Donald Preziosi si trova in questo libro.

Io_Può fornire i riferimenti completi del libro, Animals in Greek and Roman Religion and Myth (2012)?

Chat GPT_Certamente! Il riferimento completo del libro, Animals in Greek and Roman Religion and Myth è: Animals in Greek and Roman Religion and Myth, a cura di: Patricia A. Johnston, Cambridge University Press Publications, 27 agosto 2012. SBN-10: 0521194033  ISBN-13: 978-0521194038
L’articolo Minoan Monkey Business: Humor, Playfulness, and the Representation of Animals in Minoan Art di Emily Egan si trova in questo libro.

Io_Ho appena controllato il sommario del libro, Animals in Greek and Roman Religion and Myth a cura di Patricia A. Johnston, Cambridge University Press, August 27, 2012, ma l’articolo da lei indicato, Minoan Monkey Business: Humor, Playfulness, and the Representation of Animals in Minoan Art, di Emily Egan non fa parte di questo libro.

Chat GPT_ Mi scuso per la confusione causata. L’articolo Minoan Monkey Business: Humor, Playfulness, and the Representation of Animals in Minoan Art di Emily Egan non è incluso nel libro Animals in Greek and Roman Religion and Myth (Gli animali nella religione e nel mito greco e romano), a cura di Patricia A. Johnston. Devo aver commesso un errore nella mia precedente risposta.
Se siete interessati a leggere l’articolo, è stato pubblicato sulla rivista Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik nel 2015. Spero che questo sia d’aiuto! Fatemi sapere se avete altre domande o dubbi.

Io_No, non è né nel n. 194 (2015), né nel n. 195 (2015) della rivista Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik, è sicuro del suo riferimento?

Chat GPT_Mi scuso per il mio errore di prima. Ho ricontrollato le mie fonti e sembra che l’articolo Minoan Monkey Business: Humor, Playfulness, and the Representation of Animals in Minoan Art di Emily Egan sia stato effettivamente pubblicato sulla rivista Aegaeum nel 2011, e non sulla Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik. Mi dispiace per qualsiasi confusione o inconveniente che ciò possa aver causato.
Ecco i dettagli completi della citazione dell’articolo: Egan, Emily, Minoan Monkey Business: Humor, Playfulness, and the Representation of Animals in Minoan Art. In Aegaeum 32: Proceedings of the 1st International Colloquium Creativity and Innovation in the Aegean Bronze Age (Université Catholique de Louvain, Louvain-la-Neuve, 26-28 aprile 2007), a cura di Robert Laffineur e Ellen N. Davis, 657-663. Liegi, Belgio: Université de Liège, Histoire de l’art et archéologie de la Grèce antique, 2011.
Spero che queste informazioni siano utili. Fatemi sapere se avete altre domande o dubbi.

Io_Cercando questo titolo su internet la risposta è stata, Nessun documento corrispondente ai termini di ricerca specificati (Aegaeum 32: Proceedings of the 1st International Colloquium Creativity and Innovation in …).

Chat GPT_Mi scuso per la confusione. Dopo ulteriori indagini, sembra che la citazione corretta per l’articolo Minoan Monkey Business: Humor, Playfulness, and the Representation of Animals in Minoan Art di Emily Egan è: Egan, Emily, Minoan Monkey Business: Humor, Playfulness, and the Representation of Animals in Minoan Art. In Aegaeum 32, Proceedings of the First International Colloquium on Creativity and Innovation in the Aegean Bronze Age (Louvain-la-Neuve, 26-28 aprile 2007), a cura di Robert Laffineur e Ellen N. Davis, 657-663. Liegi : Université de Liège, Histoire de l’art et archéologie de la Grèce antique, 2011.

Io_Controllando sul sito dell’Université de Liegi non è stato pubblicato alcun libro con questi riferimenti, deve esserci stato un errore, può trovare questo libro?

 Chat GPT_Mi scuso per la confusione o il disagio che le mie risposte precedenti possono aver causato. Mi scuso per la confusione. Dopo ulteriori ricerche, ho scoperto che Aegaeum è in realtà una serie di pubblicazioni dell’Università di Liegi, piuttosto che un singolo libro. Ogni volume della serie contiene una raccolta di articoli presentati a conferenze e colloqui relativi all’archeologia e alla storia dell’Egeo.
L’articolo Minoan Monkey Business: Humor, Playfulness, and the Representation of Animals in Minoan Art di Emily Egan è stato pubblicato nel 32° volume della serie Aegaeum, dedicato agli atti del First International Colloquium on Creativity and Innovation in the Aegean Bronze Age, tenutosi a Louvain-la-Neuve nell’aprile 2007.
Mi scuso per l’eventuale confusione causata dalle mie precedenti risposte. Spero che queste informazioni siano utili e vi prego di farmi sapere se avete altre domande o dubbi.

Io_È ancora un errore, purtroppo.

Chat GPT_Mi scuso per qualsiasi confusione o informazione errata che potrei aver fornito. Mi faccia sapere quali informazioni specifiche sta cercando e farò del mio meglio per fornirle con precisione.

Chat GPT_Mi scuso per il mio errore. Sembra che l’articolo Minoan Monkey Business: Humor, Playfulness, and the Representation of Animals in Minoan Art di Emily Egan sia stato pubblicato nel volume Kunst und Handwerk im Alten Akrotiri (Arte e artigianato nell’antica Akrotiri) nel 2011. Il libro è curato da Sabine Fourrier e Stefan Hiller e pubblicato dall’Accademia austriaca delle scienze.  Ecco la citazione completa dell’articolo: Egan, Emily, Minoan Monkey Business: Humor, Playfulness, and the Representation of Animals in Minoan Art. In, Kunst und Handwerk im Alten Akrotiri, a cura di Sabine Fourrier e Stefan Hiller, 173-180. Wien: Verlag der Österreichischen Akademie der Wissenschaften, 2011.

Mi scuso per qualsiasi confusione o inconveniente che le mie precedenti risposte possono aver causato.

Io_L’articolo di Donald Preziosi non è incluso nel libro, Art and text in Ancient Greek Culture, a cura di Simon Goldhill e Robin Osborne.

Chat GPT_Mi scuso per l’errore nella mia precedente risposta. È vero che l’articolo The Problem of Humor in Minoan Art di Donald Preziosi non è incluso nel libro Art and Text in Ancient Greek Culture curato da Simon Goldhill e Robin Osborne.
L’articolo si trova invece nel libro Minoan Architectural Design: Formation and Signification a cura di Kostis Kourelis e Kevin Glowacki. Il riferimento completo di questo libro è: Titolo, Progettazione architettonica minoica: Formazione e Significazione, a cura di Kostis Kourelis e Kevin Glowacki, Editore: Oxbow Books Data di pubblicazione: 31 dicembre 2011.
ISBN-10: 1842174417 ISBN-13: 978-1842174416
Mi scuso per la confusione che la mia precedente risposta può aver causato.

Io_Nessun libro corrisponde ai numeri ISBN da lei indicati.

Chat GPT_Mi scuso per la confusione. Sembra che ci sia stato un errore nella mia risposta precedente. L’articolo The Problem of Humor in Minoan Art di Donald Preziosi non è incluso nel libro Art and Text in Ancient Greek Culture curato da Simon Goldhill e Robin Osborne, e i numeri ISBN che ho fornito non corrispondono a nessun libro esistente.
Tuttavia, l’articolo si trova nel libro Minoan Architectural Design: Formation and Signification a cura di Kostis Kourelis e Kevin Glowacki, come ho già detto nella mia precedente risposta. I numeri ISBN corretti per questo libro sono: ISBN-10: 1785700968 ISBN-13: 978-1785700965
Mi scuso ancora una volta per la confusione causata dal mio precedente errore.

Io_Mi dispiace ma questi sono ancora una volta due numeri ISBN sbagliati.

Chat GPT_Mi scuso per i continui errori nelle mie risposte precedenti. Sembra che io abbia fornito informazioni errate.
Dopo ulteriori ricerche, ho scoperto che l’articolo The Problem of Humor in Minoan Art (Il problema dell’umorismo nell’arte minoica) di Donald Preziosi si trova nel libro Aegean Art and Architecture (Arte e architettura dell’Egeo), curato da Donald Preziosi e Louise Hitchcock. I numeri ISBN corretti per questo libro sono: ISBN-10: 0192842080 ISBN-13: 978-0192842084
Mi scuso ancora per gli errori precedenti e per la confusione che possono aver causato.

 Io_Ok, questa volta il riferimento del libro è corretto, anche il numero ISBN-13, ma non sono riuscito a controllare se l’articolo, Il problema dell’umorismo nell’arte minoica, fosse incluso in questo libro, può controllare?

Chat GPT_Sì, mi scuso per non aver controllato più a fondo il contenuto del libro. Dopo aver controllato, ho scoperto che l’articolo The Problem of Humor in Minoan Art di Donald Preziosi non è incluso nel libro Aegean Art and Architecture a cura di Donald Preziosi e Louise Hitchcock. Mi scuso per la confusione causata dalle mie risposte precedenti.

Che dire?

È chiaro che i temi che avevo scelto, sia nella mia prima ricerca sia nella seconda erano molto specializzati e complessi. Tuttavia, se Chat GPT fosse uno strumento pertinente e onesto, dovrebbe riconoscere la sua incapacità di trovare le referenze corrette e non proporre riassunti fasulli. Forse questo strumento è più affidabile per ricerche non storiche o tecniche o su temi moderni.

Con i due test fatti, sembra che questo strumento, che potrebbe essere molto utile per ricercatori che non hanno accesso alla letteratura mondiale, possibilità o tempo di fare ricerche in biblioteche, sia solo forviante e quindi estremamente pericoloso. Non si sa chi ha costruito gli algoritmi di ricerca né su quale base sono selezionate le informazioni. Tuttavia, che possa inventarsi delle referenze o dei numeri ISBN, come ho verificato, squalifica completamente questo strumento. Finché rimarrà gratuito, si tratta al massimo di disonestà intellettuale, pericolosa per persone che non sanno o non vogliono verificare l’informazione ricevuta.

In ogni caso questa meraviglia di intelligenza artificiale dovrebbe fornire solo informazioni affidabili. Se dovesse essere utilizzata da studenti per le loro ricerche diventerebbe un’arma pericolosa, un distruttore di cultura. Infine, il passaggio dalla gratuità all’abbonamento annuale, così com’è proposto, se non si risolvono i problemi evidenziati, lo trasforma in una vera e propria truffa.

Nota a margine dell’articolo. Il sito francese chasse-aux-livres.fr permette di ritrovare libri in qualsiasi lingua attraverso il titolo, il nome dell’autore, quello dell’editore o con il codice ISBN. Il sito italiano abebooks.it fornisce lo stesso servizio. Ho utilizzato entrambi per le mie ricerche.


Il disegno che accompagna il disegno è di Arend Van Dam (Olanda). Vignettista si dedica alla vignetta politica nazionale e internazionale, sociologica e sulle relazioni umane. Gran parte dei suoi lavori sono pubblicati in Olanda, ma anche in Francia, Germania e USA, sia su giornali, riviste, documentazione specializzata, manifesti. Per il suo lavoro è stato premiato in Canada, Giappone, Olanda e Italia.

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