Il 15 giugno 2024 rappresenterà per noi appassionati di tecnologia una data di profonda commozione: dopo 48 anni cesserà la gloriosa produzione del mitico microprocessore Zilog Z80. Questo piccolo pezzo di silicio che ha plasmato intere generazioni di dispositivi e che ha contribuito a definire l’era dell’informatica moderna, ci lascerà definitivamente. Il cuore pulsante di molte delle macchine iconiche degli anni Ottanta e Novanta, il pilastro su cui si è costruita l’intera industria dei computer, non sarà più disponibile.
Lo Z80 non è stato solo un componente senza volto all’interno dei nostri dispositivi, è stato il cuore pulsante di alcune delle esperienze più indimenticabili della nostra infanzia. Chi può dimenticare le infinite ore passate davanti a un videogioco, quando Pac-Man inghiottiva i fantasmi su uno schermo monocromatico, guidato proprio dal potente Z80? Coloro che appartengono alla mia generazione non potranno mai dimenticare l’epoca dorata dei videogames, costellata da stelle abbaglianti quali il Game Boy, la console portatile lanciata dalla Nintendo nel 1989, che ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura popolare e ha aperto le porte a una nuova era di divertimento interattivo. Penso al leggendario Tetris, al nostalgico Pokémon, che ci offrivano esperienze di gioco senza pari, tenendoci legati giornate intere, forse generando in noi un’inconsapevole dipendenza. Ogni partita era un’avventura epica; i suoni e le luci di questi giochi, che ci apparivano assolutamente straordinari, erano alimentati dalla meraviglia tecnologica dell’epoca, lo Z80.
Con la sua visione rivoluzionaria e il suo talento ingegneristico, il suo ideatore, l’italiano Federico Faggin, ha reso possibile il sogno dell’informatica personale per milioni di persone in tutto il mondo. Sviluppato dalla Zilog Corporation, è stato introdotto sul mercato nel 1976 come evoluzione del più popolare Intel 8080. Una delle sue caratteristiche fondanti è stata proprio la sua compatibilità a livello di codice con l’Intel 8080, cosa che ha permesso che i programmi scritti per la CPU 8080 potevano essere eseguiti anche su Z80, senza necessitare di alcuna modifica.
Progettato per essere veloce, efficiente ed economico, è diventato rapidamente il cuore di numerosi dispositivi, tra cui computer e console di gioco. La sua architettura semplice e potente, la sua affidabilità ed efficienza energetica, lo hanno reso una scelta popolare per lo sviluppo di software e videogames coinvolgenti e ricchi di azione. Il progetto è nato dopo che l’ingegnere elettronico veneto Federico Faggin ha lasciato la Intel alla fine del 1974, lavorando in proprio e intravedendo le potenzialità di questa componente versatile, destinata a essere impiegata in modo massiccio e trasversale negli anni a venire. Faggin ha fondato la Zilog Corporation assieme al collega Ralph Ungermann e Z80 a 8bit ha visto la luce nell’estate del 1976, raggiungendo subito un grande successo grazie al suo costo competitivo.
Negli anni Settanta, le risorse di memoria e di calcolo erano assai limitate. Una CPU a 8 bit (il numero 8 indica il numero di bit che l’unità centrale di elaborazione di un computer può gestire contemporaneamente) era più che sufficiente per le esigenze di molti computer personali di quell’epoca. Prodotto in grandi volumi negli anni a venire, per sua la semplicità di programmazione lo Z8 è stato anche uno strumento perfetto per l’insegnamento dell’elettronica programmata. Negli anni successivi, la sua architettura è stata talmente migliorata da essere copiata da molti produttori: Hitachi, Sharp o Toshiba ne hanno confezionarono versioni compatibili.
Federico Faggin, prima di lavorare a questo progetto, aveva contributo alla realizzazione del primo microprocessore commerciale, l’Intel 4004. Con lo Z80, Faggin ha portato avanti il concetto di progettazione di microprocessori a 8 bit, stabilendo nuovi standard di prestazioni ed efficienza. Nonostante il successo iniziale, il processore Z80 ha alla fine ceduto il passo a nuove tecnologie. Con l’avvento dei microprocessori a 16 e 32 bit, come l’Intel 8086 e il Motorola 68000, lo Z80 è stato progressivamente sostituito nei nuovi progetti di hardware. Tuttavia, il suo ciclo di vita si è prolungato nell’hobbistica informatica e dell’informatica retro.
La fine della produzione dello Z80 segna indubbiamente la fine di un’era; non dovremmo però piangere la sua scomparsa. Dovremmo piuttosto celebrare il suo straordinario contributo alla storia della tecnologia e riconoscere il suo impatto duraturo nel nostro mondo digitale. Mentre ci prepariamo a dire addio al nostro vecchio amico di silicio, portiamo con noi i ricordi delle gioie e delle sfide che ha reso possibili, ricordando sempre il genio di Federico Faggin e il suo incredibile lascito nel mondo della tecnologia.
Dunque, affrettiamoci. Rimangono solo pochi mesi per accaparrarcene uno. Io so che non sarà affatto semplice, ma non rinuncerò a mettere le mani su un pezzo che è già una rarità da collezione.