Libex a Saint-Just-le-Martel

Per il terzo anno consecutivo, il centro Librexpression/Libex della Fondazione Giuseppe Di Vagno espone al Salon de la caricature, du dessin de presse et d’humour di Saint-Just-Le-Martel, giunto alla sua 43ͣ  edizione e lo fa con la mostra Libex, Riconoscere e contrastare le violenze sessuali e di genere, inaugurata alla 20ͣ edizione del Festival Lectorinfabula.

Al Salon de la caricature, du dessin de presse et d’humour  è possibile ammirare 39 mostre allestite in uno spazio di 2.000 mq, con oltre 10.000 disegni satirici di artisti provenienti da tutto il mondo. Il Salone ospita più di cento vignettisti e favorisce, anche per questa ragione, contatti internazionali per promuovere il giornalismo grafico. Un’occasione per incontrare vignettisti che sono stati ospiti recentemente di Lectorinfabula, come: Trax (Francia), Marlene Pohle (Argentina), Marilena Nardi (Italia), Cristina Sampaio e Antonio Antunes (Portogallo), Andrea Arroyo (Messico/USA), e ammirare loro disegni esposti in una delle mostre di artisti che sono regolarmente pubblicati su Pagina21 come Marco De Angelis e Alagon (Italia), Pierre Ballouhey e Anne Derenne-Adene (Francia), Steve Bell (Regno Unito), Patrick Pinter (Francia), Kak (Francia), solo per citarne alcuni.

Tuttavia, nonostante l’atmosfera piena di buon umore e di umorismo è difficile non percepire la crisi che tocca la stampa scritta e i vignettisti. Durante i pranzi che raggruppano gli ospiti del salone, si puo’ notare che l’età media supera largamente i 50 anni ed ho potuto contare solo una decina di artisti con meno di quarant’anni. Nella riunione dei membri dell’associazione France-Cartoons, che nonostante il suo nome è un’associazione internazionale, il principale tema di discussione è stato quello di sapere come vivere del proprio lavoro se i giornali sopprimono sempre di più la pubblicazione (pagata) di vignette politiche in quasi tutti i paesi del mondo. Alcune delle conseguenze strettamente legate a queste questioni sono il disinteresse dei giovani per questo mestiere e la scomparsa di professionisti e della critica satirica dei poteri. Una via aperta al pensiero unico e un pericolo per il dibattitto democratico già in crisi in nostri paesi occidentali.

La mostra Libex, sul tema della violenza di genere e in particolare della violenza sessuale contro le donne, dimostra la forza della satira grafica nel denunciare situazioni inaccettabili, sensibilizzare il pubblico e creare reazioni. Un argomento particolarmente sensibile in Francia in questo periodo, nel contesto del processo in corso sul caso Mazan, che ha dominato le prime pagine dei giornali. Si tratta del processo a carico di un uomo settantenne residente nella città di Mazan e di 50 suoi complici, uomini di ogni età e condizione sociale, un marito che per un decennio, fino al 2020, ha drogato la moglie e l’ha fatta violentare da più di 80 uomini (di cui solo una cinquantina sono stati arrestati), documentando sistematicamente con filmati e foto le performance dei suoi ospiti, reclutati su internet. Un esempio terrificante della banalità del male e della ferocia e della perversione di certi maschi. La direzione del Salone ha deciso di organizzare una tavola rotonda sulla mostra con due delle artiste che vi hanno contribuito: Marlene Pohle e Cristina Sampaio, accompagnate da Pascale Velleine, disegnatrice e autrice di fumetti francese.

Il Salone è anche l’occasione per attribuire premi di eccellenza. Quest’anno Marilena Nardi (Italia), che nostri lettori conoscono bene, è stata onorata del Gran Premio, Le prix de l’Humour Vache, un’espressione francese impossibile da tradure letteralmente. La povera mucca è di fatto utilizzata in questa espressione per qualificare un umorismo particolarmente graffiante ed efficace. Il vincitore riceve in premio una mucca e la cerimonia, molto divertente, con la partecipazione di due mucche che portano al collo il nome del vincitore, include un bacio della vincitrice alla mucca. Onorata anche della Matita di porcellana, secondo importante premio del Salone, nella regione della porcellana di Limoges, nostra amica portoghese Cristina Sampaio. Due premi ampiamente meritati.

Questa 43ͣ edizione del Salon de Saint-Just ha riscosso particolare successo grazie alla sua abituale diversità, con mostre personali di artisti rinomati come Michel Pichon, Patrick Pinter e del compianto vignettista di Charlie Hebdo, Tignous, assassinato nel 2015. Ci sono anche mostre storiche, come quella sulle opere dell’artista, disegnatore e litografo, Edmond Lavrate (1829-1888), sulla Torre Eiffel vista attraverso le vignette della stampa, o sul padre della caricatura in Egitto, l’artista armeno-egiziano, Alexandre Saroukhan (1898-1977), oltre a una retrospettiva, con la presenza dell’artista, Stacey Stent, delle sue vignette politiche sull’apartheid e sul Sudafrica dal 1965 in poi. Presente anche la geopolitica, con una mostra di opere dei membri dell’Associazione dei vignettisti israeliani, realizzate dopo il 7 ottobre, su Trump, con un originalissimo alfabeto Trump, e di vignettisti egiziani, siriani, brasiliani, argentini, marocchini e algerini.

Uno dei punti di forza di questo Salone e della sua filosofia è la partecipazione della maggior parte degli abitanti del villaggio, sia come ospiti dei vignettisti sia come volontari per tutte le attività legate alla mostra e alle attività del Centre du dessin de presse durante tutto l’anno (allestimento e smontaggio dei binari e delle mostre, gestione della biglietteria, del bookshop, della cucina, ecc.) Così come l’idea di mettere in mostra nuovi talenti accanto ad artisti affermati, dando loro la possibilità di farsi conoscere e di migliorare il proprio lavoro attraverso l’emulazione. Infine, i bambini non sono dimenticati, non solo con mostre a loro dedicate, come quella sulla piccola peste filosofa e sociologa, la famosa Malfada, creata dal compianto fumettista argentino Quino, ma anche con disegni dei bambini delle scuole elementari sul tema dell’acqua.

Come i suoi predecessori, il successo di questo salone internazionale è tanto più notevole in quanto è il risultato del lavoro volontario di molti residenti di questo remoto villaggio di 2.700 abitanti. Si trova nel centro della Francia, vicino a Limoges, capitale della porcellana francese e antica città gallo-romana conosciuta come Augustoritum, che contava non meno di 15.000 abitanti sotto l’Impero Romano. Nel giugno del 2023, Émile Roger Lombertie, sindaco di Limoges, una cittadina che oggi conta 133.000 abitanti, ha annunciato di voler riutilizzare gli acquedotti gallo-romani sotterranei per recuperare acqua non potabile per innaffiare i suoi parchi e giardini. Gli acquedotti gallo-romani di Limoges furono costruiti a partire dal 30 d.C. su richiesta dell’equivalente del sindaco dell’epoca, Postumus, un aristocratico gallico romanizzato. Una regione con stupendi paesaggi e un patrimonio preistorico, gallo-romano e medievale, Saint-Just dispone di una stupenda Chiesa del XII secolo che meriterebbe di essere molto meglio conosciuta e vale senza dubbio il viaggio.


Related posts

European Cartoon Award 2024, i vincitori

Intervista esclusiva a Fadi Abu Hassan, «Fermare i discorsi di odio che portano alla divisione del mondo in due campi è molto semplice: significa fermare il colonialismo e le guerre in tutto il mondo»

Intervista esclusiva a Michel Kichka. «L’Israele in cui siamo emigrati era un Paese che apparteneva all’Internazionale Socialista»