Lo spazio per il nostro Pianeta

Sguardo. Punto di vista. Prospettiva. In qualsiasi modo la si chiami, la visuale è quella senza limiti che arriva dallo Spazio, un ambito di esplorazione infinito per la ricerca scientifica. Parliamo di Space for our Planet. Lo Spazio per il nostro Pianeta, l’esposizione che l’Università degli Studi di Bari, Aldo Moro ha allestito nel chiostro del Monastero di San Benedetto a Conversano, in occasione del Festival Lector in Scienza organizzato dalla Fondazione Di Vagno in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari, Aldo Moro.

Non è una mostra sullo Spazio, ma dallo Spazio, curata dall’astrofisica Fiorella Coliolo e da Benoit Delplanque, direttore di produzione di TIMKAT, prodotta con il sostegno dell’ESA, Agenzia Spaziale Europea, della Commissione Europea (Direzione Generale Industria, Difesa e Spazio – DG DEFIS) e dell’Agenzia Spaziale Italiana.

Fotografie e rilevazioni che ritraggono il mondo da ogni angolazione e 35 ritratti di testimonial provenienti da tutto il mondo e da diversi campi, 35 agenti del cambiamento tra esperti del clima, oceanografi, artisti, medici, pescatori, astronauti e molti altri che hanno condiviso le loro esperienze per mostrare il ruolo delle tecnologie e applicazioni spaziali nel raggiungimento dei 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite per promuovere la prosperità, il benessere del pianeta, la pace e le partnership, e proteggere l’umanità.

«Le persone che abbiamo intervistato utilizzano lo Spazio come un veicolo per il raggiungimento di questi obiettivi», dice l’astrofisica Fiorella Coliolo. «La mostra è fotografica e multimediale perché oltre alle immagini spaziali molto evocative abbiamo messo a disposizione le interviste a cui si accede attraverso un sistema di codice QR. Abbiamo voluto selezionare un contenuto snello e stimolante anche per i giovani. Infatti, questa mostra che è stata inaugurata a Bruxelles, al Parlamento europeo, lo scorso anno, è stata esibita in più di dieci città, tra cui New York, Parigi, Barcellona, Lisbona. Con attività istituzionali ma anche educative e quindi rivolte agli studenti e alle studentesse. Sicuramente averla al festival Lector in Scienza, è un grande piacere perché sono pugliese e perché è bello portare la mostra in città molto vivaci in cui la conoscenza, lo spazio, la tecnologia sono le parole chiave. Del festival come della mostra».

Space for our planet è una occasione unica per sensibilizzare i visitatori sull’importanza delle tecnologie spaziali e delle loro applicazioni per il miglioramento della condizione umana sulla Terra. L’osservazione della Terra, infatti, fornisce agli scienziati diagnosi essenziali sui danni legati alla fusione dei ghiacciai, all’innalzamento del livello del mare e agli eventi meteorologici per capire il cambiamento climatico. I satelliti di telecomunicazioni e geolocalizzazione monitorano campi e foreste, proteggono la fauna, contribuiscono a recuperare preziose terre coltivabili, localizzano scuole e riconnettono persone e imprese nelle aree più recondite del mondo. L’innovazione spaziale offre soluzioni d’avanguardia per la transizione ecologica.

«Le tecnologie spaziali contribuiscono moltissimo per rendere migliore questo mondo» dice  Giuseppe Acierno, presidente del Distretto tecnologico aerospazio. «Tutte le costellazioni di satelliti Sentinel sono dedicate a comprendere l’evoluzione climatologica e quindi a monitorare lo stato del clima che significa mettere in campo i primi passi per un’azione funzionale ad intervenire per arginare questa emergenza. Ma al di là di questa riferibilità immediata ai temi dell’ambiente grazie all’utilizzo delle tecnologie spaziali, abbiamo una strettissima relazione con tutti i goal dell’Agenda sulla sostenibilità delle Nazioni Unite. La Puglia ha avuto la possibilità di dare una testimonianza su uno di questi: sul lavoro dignitoso e sullo sviluppo economico. Temi che fanno parte della sostenibilità perché un mondo è sostenibile non solo in virtù della sua condizione climatica, ma anche in virtù delle sue condizioni economiche e sociali. È stata la dimostrazione di come l’aerospazio, in questo caso lo Spazio, sia un veicolo per creare competenze e buon lavoro, lavoro che si colloca in una dimensione professionale di grande valore e che, per il contenuto di competenze e innovazioni che porta dietro di sé, ha la grande capacità di consolidare in termini generali un sistema della conoscenza territoriale che permetterà alla Puglia di vivere diverse sfide in una chiave competitiva».


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