Con l’elezione, la rielezione, di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea prende forma la nuova consigliatura che ha davanti a sé il macigno della guerra nel cuore dell’Europa.
Una condizione, quella di avere una guerra in casa propria, che l’Europa non conosceva in questi termini dalla fine del secondo conflitto mondiale. La prima questione che la rieletta presidente deve affrontare in modo diverso, se si vuole contribuire a cercare una soluzione di pace al conflitto, è la definizione del ruolo dell’Europa nello scacchiere mondiale in relazione ai processi di pace. Tocca all’Europa assumersi le maggiori responsabilità per porre fine a questo conflitto e riportare la pace nel Vecchio Continente.
Servono idee nuove e nuove alleanze, rompere gli schemi attuali e contribuire a costruirne dei nuovi. Così come occorre costruire una nuova politica per un tempo nuovo. Un tempo nuovo che ha come priorità assoluta la crisi climatica con le conseguenze di grandi tensioni sociali che questa genererà.
La transizione ecologica come priorità programmatica, la costruzione di nuovi schieramenti politici come priorità politica.
Ursula von der Leyen è stata eletta da una coalizione formata da Popolari, Socialisti, Liberali e Verdi, campo largo di uno schieramento politico che supera l’incasellamento novecentesco al quale eravamo abituati. Un terreno già sperimentato in Germania, paese d’origine della presidente, e che sta trovano nel parlamento europeo una sua consacrazione.
Fuori da questo schieramento restano la destra di Giorgia Meloni, per fare un riferimento all’Italia, la destra estrema e una certa sinistra.
Una definizione di campo politico di questa forma avvicina l’Europa agli Stati Uniti d’America, dove si confrontano due schieramenti, democratici e repubblicani, che, soprattutto in passato, cercavano punti d’intesa includendo le forze politiche centriste escludendo da questo ragionamento le ali estreme di entrambi gli schieramenti.
Oggi la situazione è un po’ diversa anche negli Stati Uniti perché i repubblicani che si riconoscono nella leadership di Donald Trump includono al loro interno una destra più radicale anche nelle sue espressioni più naïf.
Una riconfigurazione del campo politico, che di fatto traghetta la politica nel nuovo millennio abbandonando definitivamente le categorie novecentesche, di cui si avverte la necessità non solo in Europa ma anche nei singoli stati dell’unione.
Una riconfigurazione del campo politico non più basato esclusivamente su scelte ideologiche e di schieramenti sclerotizzati nelle loro divisioni, ma più dinamico e fluido in cui culture politiche diverse ma non antagoniste possano trovare il giusto compromesso per affrontare le grandi questioni che attanagliano il nostro tempo. Il tempo del lavoro che cambia, dei diritti delle persone, delle grandi migrazioni che sempre più saranno dipendenti dalla crisi climatica.
Quello che giornalisticamente viene definito il metodo Ursula può essere la base di partenza per ridefinire le nuove categorie della politica con lo stesso obiettivo che ha consentito alla von der Leyen di essere rieletta, ovvero governare la complessità del mondo contemporaneo.