Se per un attimo proviamo a non pensare che sia vero tutto quello che ci sta succedendo allora siamo pronti ad immergerci nel mondo delle serie tv apocalittiche.
Che cosa sono? Sono serie che hanno per oggetto, per tema, La fine del mondo.
Per la verità, però, la fine del mondo ha sempre interessato l’umanità, già dai suoi albori, perché ha fatto leva sulla necessaria consapevolezza dell’uomo di vivere una vita mortale. L’idea che la vita vada oltre noi è desolante, ma per esorcizzarla bisogna raccontarla e parlarne.
Si comincia con l’Apocalisse di San Giovanni e qui subito si complica la questione perché si immagina una seconda venuta di Cristo che regnerà molto a lungo dividendo buoni e cattivi.
Dal religioso, nei secoli, il filone diventa letterario. Mary Shelley (l’inventrice di Frankenstein) nel 1826 scrive The Last man (L’ultimo uomo) immaginando la fine del mondo ad opera della peste con un solo superstite. Si introduce la grande novità della morte per epidemia che durerà a lungo in letteratura. Nel secondo dopo guerra, comincia un nuovo filone legato alla fine per mano della bomba atomica con le annesse mutazioni genetiche. Dopo l’11 settembre l’immagine della fine si slega sempre di più dalla complicità tra uomo e natura per diventare una responsabilità tutta dell’uomo.
Il confine tra fantascienza e reale tende a ridursi e le serie tv diventate, nel frattempo, la nuova tessitura del reale potevano rinunciare al grande genere apocalittico? Assolutamente no.
Al grande supermarket della nuova tv partecipano un numero molto significativo di serie e si distinguono in apocalittiche, post apocalittiche e distopiche.
Sono cresciute molto con l’avvento delle piattaforme di streaming. Sono per adulti e per teenagers.
Ognuna di esse concentra la propria attenzione su di un frame puntuale della fine del mondo.
Le apocalittiche sulla vera e propria fine mentre le post apocalittiche sul come si sopravvive alla fine del mondo mentre le distopiche sono più complesse perché immaginano un altro mondo che sia l’incarnazione delle peggiori pulsione dell’umano.
Tra tutte quelle ora in circolazione c’è una serie che più di altre merita attenzione ed è The Walking Dead sia per la longevità della sua presenza in TV sia per la qualità dei temi affrontati e sia per un piccolo ma divertente aneddoto che causa coronavirus l’ultima puntata andrà in onda in data da destinarsi. Chi di virus colpisce di virus perisce.
Che cos’è? Che cosa racconta? Che catastrofe si trova ad affrontare?
Va in onda per la prima volta in Italia nel novembre 2010 su Fox canale della piattaforma satellitare Sky. É tratto da una serie omonima a fumetti di Robert Kirkman. Nel 2011 ricevette la candidatura ai Golden Globe. Quest’anno la serie concluderà il suo cammino dopo ben 10 stagioni e 147 episodi da 50 minuti l’uno. Le vicende narrano un lasso temporale di ben 10 anni. Una vera e propria saga con decine di protagonisti tutti molto interessanti alcuni veramente straordinari.
É la storia di un poliziotto Rick Grimes che si risveglia nel letto di un ospedale vivo dai postumi di una sparatoria che lo ha visto coinvolto. Il mondo, però, al suo risveglio è cambiato. Un virus sconosciuto attacca gli uomini, li uccide e li trasforma in zombi. A loro volta questi zombi attaccano gli uomini sopravvissuti. Rick cerca e riesce a raggiungere la sua famiglia e con altri guiderà il suo gruppo alla ricerca di un luogo dove ricominciare, scoprendo ben presto che il nemico non sono gli zombi ma gli altri sopravvissuti che come loro vogliono vivere.
L’intera saga si sviluppa lungo questi temi chiave:
Stagione 1. Il risveglio di Rick
Stagione 2. La Fattoria
Stagione 3. Il Governatore & la prigione
Stagione 4. Il ritorno del Governatore & Terminus
Stagione 5. Alexandria & il ritorno di Morgan
Stagione 6. Hiltop & il primo approccio a Negan
Stagione 7. Negan
Stagione 8. Scontro finale con Negan & morte di Karl
Stagione 9. Scomparsa di Rick & scoperta dei Sussurratori
Stagione 10. Scontro con i sussurratori & morte del loro leader Alpha
Un lungo viaggio come nei romanzi di formazione dove gli zombi (a questo proposito si segnala che mai nella serie si pronuncia il nome zombi ma vengono chiamati senza pelle/vaganti/senza cervello/schifosi/non morti/burattini di carne/teste morte/ mangiatori di pelle/guardiani) sono un’occasione per affrontare il lato oscuro dell’animo umano che esce allo scoperto quando crollano le strutture sociali e in un attimo si piomba nell’anarchia.
In TWD non è possibile tornare ad un equilibrio pre-apocalisse e tutto il racconto si basa sul fatto che gli uomini continuano a farsi la guerra nonostante l’invasione dei morti.
Si incontrano tutti i topos omerici (il mito dell’Eroe e quello del viaggio senza fine) ma soprattutto la storia ci dice una cosa molto interessante che in un vasto racconto corale il messaggio è «Adattati o muori».
L’uomo è messo al microscopio senza filtri sociali perché la società non c’è più. É la morte del politicamente corretto. Non basta più usare le parole ma bisogna agire per il bene del proprio gruppo.
Fede. Bisogna credere è l’unico modo per andare avanti in un mondo dominato dalla morte e sperare in una ricompensa. Questo è quello che ci insegna questa serie insieme all’importanza di rimanere esseri sociali e desiderosi di avere e proteggere una famiglia.
E poi non ditemi che non è una serie attuale!!!
Buona visione